g-docweb-display Portlet

Newsletter 19 - 25 gennaio 2004

Stampa Stampa Stampa

 

N. 198 del 19 - 25 gennaio 2004


Schengen: nuovo mega archivio investigativo con forti garanzie

• Ocse e Commissione Ue discutono di spam

 

Schengen: nuovo mega archivio investigativo con forti garanzie
Pubblicato il Rapporto dell’Autorità Comune di Controllo. Inopportuno inserire i dati biometrici

Nuovo mega archivio investigativo con forti garanzie, necessità di chiarire le modalità di accesso di altri soggetti (Europol, Eurojust) alle informazioni della banca dati Schengen e dissenso sull’inserimento dei dati biometrici nel sistema se non in caso di assoluta e comprovata necessità.

Questi alcuni punti qualificanti del lavoro svolto negli ultimi due anni dall’Autorità Comune di Controllo Schengen (ACC) che sovrintende a Bruxelles ai controlli sull’unità centrale del Sistema informativo Schengen (SIS), e contenuti nel VI Rapporto, approvato lo scorso dicembre sotto la presidenza di Giovanni Buttarelli, Segretario generale del Garante italiano, ora disponibile, in lingua inglese, all’indirizzo http://www.schengen-jsa.dataprotection.org

“Il nuovo sistema ´intelligente´ – ha dichiarato il presidente dell´ACC, Giovanni Buttarelli – conterrà miliardi di informazioni e sarà  un potente strumento utile a fini investigativi: a questo legittimo potenziamento degli strumenti di indagine devono corrispondere nuove, elevate garanzie per i cittadini e uno studio organico sulla struttura del Sistema”. 

Il Rapporto, che copre  l’attività svolta sotto Presidenza italiana nel 2002 e nel 2003, pone l’accento, in particolare, sugli sforzi compiuti dall’ACC per garantire che le modifiche proposte per passare dall’attuale sistema SIS al nuovo sistema di seconda generazione che sarà pronto per il 2006 (il cosiddetto SIS II, che prevede sostanzialmente un notevole ampliamento delle categorie di informazioni registrabili nel sistema, compresi i dati biometrici, e la modifica di alcuni meccanismi di accesso e utilizzazione dei dati) siano conformi alla lettera ed allo spirito della Convenzione di applicazione dell’Accordo di Schengen.

L’ACC Schengen riunisce attualmente i rappresentanti dei 15 Paesi facenti parte dell’area Schengen (si tratta dei Paesi membri dell’UE, tranne UK e Irlanda che hanno per adesso lo status di “osservatori”, ai quali si aggiungono Islanda e Norvegia) ed ha il compito di vigilare sull’applicazione della Convenzione di Schengen indicando, se necessario, gli aggiustamenti e le prassi corrette da adottare per garantire la tutela dei dati personali di tutti coloro che risultino “segnalati” nel SIS. Altri Paesi vi faranno ingresso il 1 maggio prossimo.

Nel Rapporto si dà particolare spazio alle varie iniziative assunte dall’ACC per rispondere alle sollecitazioni di alcuni Stati membri rispetto agli sviluppi del SIS. Il SIS II dovrebbe essere ultimato al più tardi nel 2006, e l’ACC, pur riconoscendo la portata storica di questi sviluppi, ha sottolineato più volte che le modifiche proposte comporteranno una modifica sostanziale della natura del SIS. Dando ad enti come Europol o Eurojust la possibilità di accedere ai dati in esso contenuti, si  utilizzerà il  Sistema informativo Schengen a scopi investigativi snaturandone  però le finalità rispetto alla Convenzione del 1990 (che ne ha previsto un’utilizzazione più “statica”, principalmente per vietare l’ingresso nell’area Schengen a soggetti segnalati come indesiderabili dalle competenti autorità nazionali). Anche il Parlamento europeo ha sollecitato un riesame della questione, attraverso alcune audizioni pubbliche tenutesi nel 2002 e 2003 alle quali ha partecipato il presidente dell’ACC, Giovanni Buttarelli.

Un altro importante settore di attività è rappresentato dalle iniziative di sensibilizzazione dei cittadini. rispetto al sistema Schengen, allo scopo di facilitare l’esercizio dei diritti riconosciuti dalla Convenzione stessa.

Nel 2003 l’ACC ha presentato la nuova campagna informativa, che prevede un dépliant e un manifesto distribuiti presso  punti di ingresso nazionali (aeroporti, porti, ecc.) per informare sui diritti riconosciuti a tutti i cittadini rispetto al SIS, e nel 2002 ha predisposto una “Guida per l’esercizio del diritto di accesso” che è stata pubblicata anche sul sito Web dell’Autorità italiana e di quello dell’ACC; quest’ultimo ha iniziato ad operare in via sperimentale nel luglio del 2003. Nel mese di ottobre 2003 è stato inoltre pubblicato il primo numero della Newsletter dell’ACC Schengen (disponibile anch’essa sul sito Web).

L’ACC ha inoltre avviato uno studio sui meccanismi alla base delle segnalazioni inserite nel SIS, in particolare per verificare se vi siano discrepanze fra i singoli Paesi nell’applicazione e/o nell’interpretazione dell’Articolo della Convenzione Schengen (Articolo 96) secondo cui nessuna segnalazione può essere inserita nel SIS se non in base ad una segnalazione delle competenti autorità nazionali successiva ad una decisione assunta da autorità amministrative o giudiziarie rispetto alla persona in questione. L’attività dell’ACC si è poi concentrata sul coordinamento fra le autorità comuni di controllo previste a livello europeo (Europol e SID – Sistema informativo doganale), attraverso l’istituzione di un gruppo di lavoro comune incaricato di individuare eventuali sovrapposizioni e di sviluppare meccanismi ispettivi comuni.

Fra i pareri specificamente adottati dall’ACC nei due anni trascorsi, sono stati ricordati i pareri relativi alle proposte di modifica del SIS (tre pareri adottati fra 2002 e 2003), nei quali l’ACC ha sottolineato la necessità di chiarire le modalità di accesso di altri soggetti (Europol, Eurojust) ai dati del SIS, ed ha ribadito l’inopportunità di inserire dati biometrici nel sistema (ad esempio, rilievi dattiloscopici) se tali dati non sono realmente indispensabili ai fini della specifica segnalazione; il parere relativo ai tempi di conservazione delle segnalazioni inserite nel SIS, nel quale l’ACC ha ritenuto che il termine di tre anni previsto dall’Art. 112 della Convenzione Schengen per il riesame delle singole segnalazioni si applichi a tutti i dati personali contenuti nel SIS indipendentemente dalle specifiche finalità (rintraccio di una persona, oppure divieto di ingresso nei confronti di tale persona); il parere concernente il previsto inserimento nel SIS delle informazioni contenute nel cosiddetto “mandato di arresto europeo”, che dovrà sostituire entro breve l’attuale sistema di estradizione all’interno dell’UE, con il quale l’ACC ha sollecitato chiarimenti da parte del Comitato del Consiglio UE competente in materia, ed ha sottolineato che l’utilizzo del SIS quale veicolo di trasmissione delle informazioni contenute nel mandato di arresto europeo comporterebbe, ancora una volta, una modifica sostanziale della natura del SIS e dei suoi meccanismi di funzionamento.

 

Ocse e Commissione Ue discutono di spam
L’Autorità italiana presente al seminario con una relazione sulle difficoltà e le sfide della cooperazione internazionale

La dimensione internazionale dello spam, la sua origine e le sue caratteristiche, le metodiche disponibili per combatterlo e la rispettiva efficacia, e la strategia da elaborare per potenziare la collaborazione internazionale sono i temi che saranno affrontati durante un seminario organizzato da OCSE e Commissione europea per il 2 e 3 febbraio prossimi a Bruxelles (http://www.oecd.org/...).

L’OCSE (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici) ha organizzato un seminario pubblico sullo spam che sarà ospitato dalla Commissione europea – Direzione generale per la società dell’informazione, il 2 e 3 febbraio prossimi, a Bruxelles. L’obiettivo del seminario è di studiare la dimensione internazionale dello spam e le possibili strategie di contrasto.

La prima giornata sarà dedicata ad un’analisi del fenomeno spam anche in termini di impatto economico e sociale, con uno spazio per approfondire gli aspetti tecnici e commerciali. La seconda giornata dell’incontro valuterà gli approcci utili a combattere lo spam attraverso legislazione e autoregolamentazione, con particolare riguardo alla cooperazione internazionale fra le forze dell’ordine e giudiziarie ed alle attività di sensibilizzazione. Il pomeriggio del 3 febbraio sarà dedicato, infine, ad un’analisi delle prospettive future nella lotta allo spam.

Alle presentazioni dei relatori si alterneranno discussioni con esperti nei vari campi, e vi sarà la possibilità per il pubblico di porre domande. I partecipanti comprendono rappresentanti delle istituzioni, del mondo delle imprese, della società civile e studiosi di livello universitario. Per l’ Italia sarà presente il segretario generale dell’Autorità, Giovanni Buttarelli, con una relazione sulle difficoltà e le sfide della cooperazione internazionale contro lo spam. Di seguito presentiamo in maggiore dettaglio alcuni dei temi principali che saranno affrontati.

  • Che cosa si intende per spam: tipologia dei messaggi di posta indesiderata (forma e contenuti), analisi dello spam e affidabilità degli strumenti di analisi.
  • Impatto economico e sociale dello spam: valutazione dell’impatto che ha lo spam a livello individuale, nel contesto lavorativo, nel contesto dell’economia digitale e sulle cosiddette “infrastrutture critiche”, nonché sulle attività di marketing.
  • Aspetti tecnici e commerciali: come inviare messaggi di spam, come guadagnare attraverso lo spam, quali sono le nuove opportunità offerte dalle nuove tecnologie (spam via SMS) e quali sono gli strumenti tecnici per difendersi dallo spam (filtri, open relays) con particolare riguardo alla dimensione internazionale.
  • Legislazione e autoregolamentazione: quali approcci per combattere lo spam, soprattutto in un’ottica internazionale.
  • Cooperazione internazionale: difficoltà nell’attuazione delle norme anti-spam, possibili soluzioni, tematiche da valutare.
  • Sensibilizzazione: come minimizzare l’impatto dello spam attraverso la sensibilizzazione di consumatori e imprese e l’educazione ad un uso corretto degli strumenti di comunicazione elettronica
  • Prospettive future: come migliorare la collaborazione internazionale contro lo spam individuando le aree di intervento a breve e medio termine.

      
     
NEWSLETTER
del Garante per la protezione dei dati personali (Reg. al Trib. di Roma n. 654 del 28 novembre 2002).
Direttore responsabile: Baldo Meo.
Direzione e redazione: Garante per la protezione dei dati personali, Piazza di Monte Citorio, n. 121 - 00186 Roma.
Tel: 06.69677.1 - Fax: 06.69677.785
Newsletter è consultabile sul sito Internet www.garanteprivacy.it