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Newsletter del 19 dicembre 2008

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Newsletter - Notiziario settimanale - anno X

N. 317 del 19 dicembre 2008

• Proteggere l´identità delle donne vittime di violenza
• Strutture sanitarie più attente alla privacy dei pazienti
• Corte Europea dei diritti umani: no a conservazione  illimitata dna
• Consiglio d´europa: più privacy nella lotta al terrorismo

Proteggere l´identità delle donne vittime di violenza
Occorre evitare la pubblicazione di dettagli che violino riservatezza e dignità
Occorre proteggere in modo efficace l´identità delle donne vittime di violenza. Nel riportare episodi di cronaca, i giornali devono astenersi dal pubblicare dettagli che violino la loro riservatezza e dignità.
 
Lo ha ribadito il Garante affrontando (con un provvedimento di cui è stato relatore Mauro Paissan) il caso di un quotidiano veneto che aveva dato notizia di un´aggressione e di una violenza sessuale subite da una donna da parte del coniuge da cui era legalmente separata. Nell´articolo venivano rese note l´identità della vittima, la sua professione unitamente all´indirizzo dove la esercitava, l´indirizzo dove la donna viveva col marito e l´attuale indirizzo con relativa fotografia.
 
La donna si era lamentata, segnalando al Garante, oltre alla violazione della propria dignità, anche il rischio dei danni che la pubblicazione di tali informazioni poteva arrecare alla personalità del figlio minore, nel caso in cui fosse venuto a conoscenza dei fatti tramite i mezzi di informazione.
 
Il Garante ha dichiarato fondata la segnalazione della donna, ribadendo preliminarmente che i giornalisti possono diffondere dati personali, anche senza il consenso degli interessati, nei limiti del diritto di cronaca, ed in particolare del principio dell´essenzialità dell´informazione riguardo a fatti di interesse pubblico.
 
Nel caso specifico, l´episodio avrebbe potuto essere documentato correttamente omettendo i riferimenti in grado di portare all´identificazione della vittima del reato, anche in considerazione del fatto che le informazioni attinenti alla sfera sessuale sono soggette ad una rigorosa tutela, anche quando sono trattate nell´ambito di attività giornalistica. L´articolo è risultato quindi pubblicato in violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali e del Codice deontologico dei giornalisti.
 
Il Garante ha così vietato all´editore del quotidiano l´ulteriore pubblicazione delle generalità, della professione unitamente al luogo dove viene esercitata, degli indirizzi e delle foto dell´abitazione della donna.
 
Strutture sanitarie più attente alla privacy dei pazienti
Le strutture sanitarie devono essere più attente alla privacy dei pazienti. Nel corso del 2008 l´Autorità è intervenuta più volte per tutelare la riservatezza dei pazienti richiamando gli organismi sanitari pubblici e privati al rispetto di una serie di misure volte ad assicurare il massimo livello di protezione dei diritti del malato, come prevede il Codice privacy. Diverse soluzioni sono state adottate dalle strutture sanitarie a seguito delle segnalazioni presentate dai cittadini al Garante.
 
Un´azienda sanitaria veneta ha ad esempio eliminato dai moduli utilizzati per fini amministrativi (ad es. per giustificare un´assenza dal lavoro) il riferimento al reparto che redige il certificato, evitando in questo modo che estranei possano desumere lo stato di salute del paziente attraverso l´indicazione esplicita del reparto presso cui si è recato. Per quanto riguarda la distribuzione dei referti, un ospedale universitario emiliano ha poi previsto che la cartella ambulatoriale sia inserita in un apposito contenitore con finestrella trasparente in modo tale da rendere visibili all´esterno i dati indispensabili al ritiro del referto, escludendo così l´accesso non necessario ai dati sanitari del paziente da parte dell´operatore addetto alla distribuzione. Una ditta che fornisce materiale per conto del servizio sanitario nazionale, invece, ha dal canto suo sostituito le etichette apposte all´esterno dei pacchi postali, assicurando di non indicare più informazioni circa il loro contenuto. Al fine di prevenire l´indebita conoscenza da parte di terzi di dati sensibili dei pazienti, un ospedale milanese ha invece effettuato corsi di formazione per il personale che raccoglie l´anamnesi; lo scopo è quello di garantire che le prestazioni sanitarie non avvengano in situazioni di promiscuità. Ancora, un policlinico universitario siciliano ha modificato la collocazione delle stanze dedicate alle visite e ha introdotto un codice alfanumerico al posto della chiamata nominativa dei pazienti. Infine, un´azienda sanitaria pugliese ha corretto la causale degli assegni destinati ai ragazzi con problemi e disagi psicologici eliminando il riferimento alla malattia mentale da loro sofferta.
 
In più di un´ occasione, il Garante è intervenuto poi presso medici di base ricordando la necessità di adottare cautele durante i colloqui con i pazienti per evitare che informazioni sullo stato di salute possano essere conosciute da terzi presenti in sala d´attesa. L´Autorità ha anche ribadito che le prescrizioni mediche devono essere consegnate solo al paziente o ritirate anche da persone diverse sulla base di una delega scritta mediante la consegna in busta chiusa.
 
Corte europea dei diritti umani: no a conservazione illimitata Dna 
Conservare senza limiti di tempo profili del Dna, campioni biologici e impronte digitali viola il diritto alla privacy, soprattutto nel caso di minori.

Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell´uomo, con la sentenza n. 880 del 4.12.2008, definendo il ricorso di due cittadini inglesi, uno dei quali minore, accusati rispettivamente di molestie e di tentato furto, che avevano chiesto invano alla polizia inglese la distruzione delle impronte digitali e dei campioni di Dna raccolti al momento dell´arresto e conservati anche dopo la chiusura, con assoluzione, del procedimento penale a loro carico. I due cittadini si erano visti rigettare la richiesta dalla polizia in base ad una legge nazionale che consente il prelievo e la conservazione di questi campioni senza limiti di tempo nella banca dati inglese del Dna.
 
La Corte, all´unanimità, ha riconosciuto la violazione del diritto alla vita privata ai sensi dell´articolo 8 della Convenzione Europea dei diritti umani del 1950.
 
I giudici di Strasburgo hanno sottolineato, in particolare, che i profili di Dna permettono di risalire all´origine etnica e ricostruire i legami familiari, il che rende la conservazione più delicata e suscettibile di ledere il diritto alla riservatezza anche di terzi.
 
Nella sentenza, inoltre, i giudici europei hanno rilevato che Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord sono i soli paesi in Europa a consentire la conservazione illimitata delle impronte digitali e dei prelievi di Dna di qualsiasi persona sospettata di aver commesso un reato, indipendentemente dall´età, natura e gravità del reato specifico. I giudici hanno considerato, poi, particolarmente preoccupante il rischio di stigmatizzazione, derivante dal fatto che persone innocenti siano state trattate alla stregua di criminali. Per tutti questi motivi la Corte ha considerato che la conservazione indiscriminata e senza limiti temporali dei profili del Dna e di altri elementi biometrici costituisce una violazione del diritto al rispetto della vita privata e non può ritenersi accettabile in una società democratica, né proporzionata alle finalità di tutela della sicurezza pubblica.
 
La Corte ha chiesto alla Gran Bretagna di adottare tutte le misure necessarie per dare seguito alla sentenza.
 
Consiglio d´Europa: più privacy nella lotta al terrorismo
Un forte messaggio sulla necessità di non comprimere la privacy nella lotta al terrorismo è stato lanciato dal Consiglio d´Europa. E´ proprio quando si combatte contro il terrorismo e la criminalità organizzata che occorre garantire il massimo rispetto dei principi che tutelano diritti umani fondamentali quali il diritto al rispetto per la vita privata, sancito nell´articolo 8 della Convenzione europea per i diritti umani.
Il messaggio è contenuto nel documento pubblicato di recente dal Commissario del Consiglio d´Europa per i diritti umani, Thomas Hammarberg, dal titolo "Tutelare il diritto alla privacy nella lotta contro il terrorismo" (
https://wcd.coe.int/...). Il documento fa il punto sulla situazione in Europa per quanto riguarda gli sviluppi tecnologici e politici che hanno caratterizzato gli ultimi anni nel settore delle attività di contrasto al terrorismo ed alla criminalità, e sottolinea la necessità di riesaminare le politiche sinora adottate per garantire la piena tutela del diritto alla privacy ed alla protezione dei dati personali.
 
Occorre, a giudizio del Consiglio d´Europa, ripensare tutte le proposte e le politiche sinora elaborate nella prospettiva di un reale bilanciamento con i diritti fondamentali delle persone, che non possono restare lettera morta e devono trovare eco adeguata presso tutti i governi dei Paesi che si sono impegnati, oltre mezzo secolo fa, a garantire il rispetto dei diritti umani.
 

L´ATTIVITÁ DEL GARANTE - PER CHI VUOLE SAPERNE DI PIÚ
Gli interventi e i provvedimenti più importanti recentemente adottati dall´Autorità

• Come rottamare il pc in tutta tranquillità. Le indicazioni del Garante per la cancellazione sicura dei dati – 5 dicembre 2008 [doc. web n. 1571960]
• Il Garante privacy vara procedure semplificate per le misure minime di sicurezza e la notificazione – 9 dicembre 2008 [doc. web n. 1573203]

 

NEWSLETTER
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