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Pizzetti alla Conferenza dei Garanti per la privacy europei - 24 aprile 2006

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Pizzetti alla Conferenza dei Garanti per la privacy europei


"Le nuove tecnologie Rfid offrono potenzialità di sviluppo dell´economia e di evoluzione dei fattori produttivi alle quali nessuno vuole rinunciare. Ma occorre essere capaci di aiutare l´uomo a saper usare le tecniche per quanto di buono e di utile possono offrire, ma anche a difendersi dagli usi perversi e dannosi che ogni tecnica porta con sé".

Lo ha affermato Francesco Pizzetti, presidente dell´Autorità garante per la privacy, intervenendo alla Conferenza annuale delle Autorità per la protezione dei dati personali europee, in corso di svolgimento a Budapest. Pizzetti ha tenuto una relazione sulle sfide poste dalle cosiddette "etichette intelligenti", chip a radiofrequenza basati sulla tecnologia Rfid (radio frequency identification), che vengono già utilizzate per diversi scopi, dal tracciamento delle merci alla verifica dell´identità personale.

Ad avviso di Pizzetti l´uso delle nuove tecnologie a radiofrequenza prefigura  un "Internet delle cose" con le conseguenze enormi che questo potrà avere sul rapporto tra mondo fisico e virtuale. "Si è creato un sistema di interconnessione ´cose-macchine-cose´ che può prescindere dall´uomo e, allo stesso tempo, condizionarlo: la cosa che appartiene ad un individuo e che a questo può essere ricondotta può dialogare con altre cose anche per interposte macchine, senza un´azione attiva e consapevole dell´uomo. È per questo motivo che la tutela dei dati personali assume un rilievo fondamentale".

A nessuno sfugge – ha continuato Pizzetti – che le nuove tecnologie Rfid offrono potenzialità di sviluppo economiche e produttive, ma occorre aiutare l´uomo a saper usare queste tecniche. Le Autorità per la privacy europee sono "chiamate a fissare regole e esercitare una vigilanza ed un controllo sui processi in corso che non hanno una specifica disciplina e che coinvolgono il diritto fondamentale dell´uomo alla tutela della propria identità, libertà e dignità".

Nella sua relazione, il presidente dell´Autorità garante si è soffermato in particolare su quella che ha definito "la frontiera più avanzata della privacy": i chip impiantati direttamente nel corpo umano.

Pizzetti ha ricordato che il Garante italiano ha adottato un primo provvedimento sull´uso delle Rfid nel quale ha espresso una nettissima opposizione all´uso dei microchip sottopelle se non per casi eccezionali legati alla tutela della salute: un chip "può conservare dati relativi all´individuo e può svolgere un ruolo estremamente positivo quando i dati raccolti possono fornire informazioni essenziali per salvare la vita di un uomo". Ecco perché – ha concluso Pizzetti – "la difesa assoluta del valore della dignità della persona deve misurarsi con la difesa non meno assoluta di altri valori in gioco, quali lo stesso diritto alla vita, alla sicurezza e all´ incolumità propria e degli altri".

Budapest, 24 aprile 2006

Scheda

Doc-Web
1271518
Data
24/04/06

Tipologie

Comunicato stampa