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"Quel social deve oscurare subito i profili dei bambini" - Intervista a Guido Scorza

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"Quel social deve oscurare subito i profili dei bambini"
Intervista a Guido Scorza, Componente del Garante per la protezione dei dati personali
(Di Viola Giannoli, La Repubblica, 24 gennaio 2021)

Guido Scorza, dopo la morte della bimba di Palermo, soffocata forse per una challenge sui social, lei ha ordinato a TikTok, a nome dell'Autorità garante per la privacy, di bloccare subito i profili degli utenti di cui non è possibile accertare l'età. Eppure TikTok è sempre lì e ci si può registrare senza problemi anche mentendo sulle date.

«Non mi aspettavo di svegliarmi e trovarlo fermo, siamo ancora in tempi tecnici ragionevoli ma l'ordine, nel momento in cui è stato notificato, produce effetti. Se TikTok non agisce in fretta sarà responsabile».

Cosa rischia?

«Una sanzione pecuniaria pari al 4% del fatturato globale: parliamo di milioni di euro. Il 15 febbraio, giorno in cui scadrà lo stop, decideremo cosa fare: potremmo anche prorogarlo a lungo».

In cosa consiste il blocco?

«Non possono far entrare nuovi utenti e devono vietare a tutti coloro di cui non conoscono l'età di pubblicare video. È TikTok ad aver stabilito di chiudersi agli under 13 e deve rispettare la sua policy».

Non si comportano tutti così, social e siti?

«Alcune piattaforme - Youtube ad esempio - usano meccanismi differenti. Non siamo noi a doverli suggerire, ma social e siti sanno moltissimo dei loro utenti eusano rafïînate tecniche di profilazione per scopi commerciali: quegli stessi algoritmi vanno usati per la sicurezza e ne vanno introdotti di nuovi».

E' davvero utile I'age verification?

«Una bimba di 10 anni non ha lo spirito critico di una I3enne: verificare l'età non è la soluzione, ma è un filtro».

Ed è tecnicamente possibile?

«Sulla linea di confine tra semi coetanei ci può essere confusione. Ma dalle interazioni, dai video visti e postati, dal tipo di smartphone, da quanto lo si usa e addirittura da come lo si tiene in mano si può risalire più o meno all'età: un bambino di 9 anni ha interazioni molto diverse da uno di 14. Sono soluzioni imperfette rispetto alle nostre ambizioni, ma abbattono di molto la percentuale di chi non dovrebbe usare queste piattaforme: sarebbe già un gran risultato».

TikTok sostiene non ci siano riscontri di blackout challenge sulla piattaforma e, in effetti, a cercarla non si trova. Si è aperto un caso ma è possibile siano coinvolte altre app? In tal caso che si fa?

«TikTok aveva già un procedimento pendente proprio per la scarsa attenzione alla tutela e alla privacy dei minori. Ipotesi che ora sembrano aver trovato un drammatico epilogo e che dimostrano la necessità di contromisure. Noi non abbiamo competenza sui contenuti - su cui deve intervenire la postale e la magistratura - ma solo sul trattamento dei dati. Se però questi contenuti vengono caricati o migrano altrove, postati, diffusi o replicati da ragazzini, io prenderei le stesse decisioni, per Whatsapp, Instagram, Facebook, Twitter e chiunque altro».